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Il metodo dei multipli di mercato Caratteristiche e vantaggi del metodo dei multipli di mercato nella valutazione d'azienda

Il metodo dei multipli di mercato

Il metodo dei multipli di mercato

Caratteristiche e vantaggi del metodo dei multipli di mercato nella valutazione d’azienda

L’uso dei multipli nella valutazione delle aziende, specialmente in contesti nei quali la previsione dei flussi attesi è più difficile, ha registrato nel corso degli ultimi decenni una grande diffusione anche grazie allo sviluppo dei mercati finanziari ed all’incremento del numero delle operazioni di finanza straordinaria[1].

I multipli nelle valutazioni destinate ad operazioni di M&A offrono uno strumento di misurazione che necessita di un numero inferiore di stime ed ipotesi rispetto ad altri metodi di valutazione. Stime ed ipotesi che risentono della soggettività del valutatore e quindi incorporano incertezza nella valutazione. In realtà il problema della soggettività della stima è superato solo apparentemente poiché la selezione del campione di società confrontabili comporta pur sempre giudizi soggettivi.

Si precisa inoltre che né la definizione di posizione finanziaria netta né i criteri con cui calcolare l’EBITDA normalizzato sono univoci. Tali indicatori non hanno una unanime formulazione nella dottrina aziendalistica e in seno agli accounting standard setters quali l’OIC e lo IASB.

È necessario tenere ciò nella dovuta considerazione fin dalle prime fasi della trattativa perché sia la determinazione della posizione finanziaria netta (si pensi solo alla tematica del TFR) sia la definizione di EBITDA (su cui bisogna considerare l’effetto del multiplo) hanno un impatto rilevante sull’equity value e quindi sul buon esito dell’operazione stessa di M&A[2].

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Il metodo dei multipli di mercato

Il metodo dei multipli di mercato determina il valore dell’azienda osservando le valutazioni espresse dal mercato. Si tratta di una stima che determina un valore con natura di «prezzo probabile» negoziabile in base ad esperienze passate paragonabili, oppure con natura di prezzo obiettivo ragionevolmente raggiungibile in futuro. La selezione delle società comparabili, necessaria al fine di costituire un campione omogeneo rispetto alla società da valutare è la parte più delicata del processo e si può declinare in:

  • Metodo delle transazioni comparabili: consiste nell’osservare i prezzi di negoziazione di società omogenee, anche soltanto per pacchetti rilevanti o di controllo;
  • Metodo dei multipli di borsa: consiste nell’identificare un paniere di società quotate comparabili al fine di osservarne i prezzi di borsa e relazionarli ad alcune variabili aziendali come utili, ricavi, cash flows determinando così i multipli che si useranno per la valutazione. Il multiplo così individuato moltiplicato per una grandezza aziendale predefinita fornisce la stima del valore aziendale.

L’attività valutativa consiste esclusivamente nel confronto dei prezzi, non richiedendosi ipotesi né altri apprezzamenti soggettivi, necessari, invece, per l’applicazione di altri metodi. Si noti tuttavia che, anche se in linea teorica, è facile disporre dei prezzi di singole transazioni data l’esistenza di banche dati specializzate, spesso manca un numero sufficiente di transazioni comparabili, che considerino cioè aziende simili a quella oggetto di valutazione sotto diversi punti di vista, quali ad esempio: dimensione, prospettive, risultati, struttura degli assetti proprietari e così via.

Una criticità importante nell’applicazione del metodo in oggetto è data dalle particolari situazioni contingenti in cui si formano i prezzi negoziati e dall’asimmetria informativa propria dei soggetti terzi rispetto alle negoziazioni. Se da un lato infatti è possibile avere conoscenza del prezzo a cui si è chiusa una transazione, dall’altro è difficile avere informazioni sulle condizioni che accompagnano il prezzo, come le eventuali dilazioni di pagamento o le garanzie richieste.

Caratteristiche e vantaggi del metodo dei multipli

Le caratteristiche ed i principali vantaggi del metodo dei multipli si possono riassumere in:

  • Semplicità: è un meccanismo valutativo basato sull’osservazione di analogie con altre aziende;
  • Confrontabilità: quantomeno in teoria il valore di una società non può differire in modo significativo dal valore espresso dal mercato per aziende di dimensioni analoghe, dello stesso settore ed operanti sui medesimi mercati geografici;
  • Convergenza: eventuali differenze significative rispetto al campione tendono ad essere prima o poi riassorbite grazie alla concorrenza ed al mercato;
  • Stabilità: capacità di assumere valori rientranti in un range limitato;
  • Ordinabilità: a parità di risultati storici le aziende presentano multipli tanto più elevati quanto maggiori sono le opportunità future di creazione di valore.

Metodo dei multipli e investment value

Le valutazioni finalizzate ad operazioni di acquisizione richiedono stime articolate utilizzando una pluralità di metodiche, in considerazione dell’esigenza di valutare i benefici, in capo ad un acquirente specifico, della gestione unitaria delle attività dell’acquirente stesso e dell’impresa oggetto dell’acquisizione (c.d. target company).

Il “valore di acquisizione” (“investment value”) individua il prezzo più elevato rispetto al valore c.d. stand alone della target company, che uno specifico acquirente (effettivo o potenziale) potrebbe riconoscere in funzione dei flussi di risultati complessivamente attesi in seguito all’operazione di acquisizione.

Il valore di acquisizione è formato, come specificato dai PIV, da quattro addendi:

  1. il valore as is della target-company;
  2. il valore degli eventuali efficientamenti gestionali;
  3. il valore delle sinergie divisibili attese in seguito all’operazione;
  4. il valore dei “benefici privati” (sinergie indivisibili) attesi in seguito all’operazione.

Conclusioni

I principi italiani di valutazione (PIV) emanati dalla Fondazione OIV[1] sottolineano come “In linea di principio è da raccomandare che la valutazione sia basata quanto meno su di un metodo fondato sui flussi ed un metodo capace di generare una stima comparativa di mercato” (commento al PIV 3.1.16).

La valutazione è un giudizio ragionato e motivato che si fonda su stime. Non è mai il risultato di un calcolo matematico[2]. Per questo è necessaria una attenta analisi sia del modello di business sia dei dati di bilancio oltre ad un’analisi della coerenza complessiva del piano anche nel caso in cui si decida di utilizzare, tra gli altri, il metodo dei multipli perché proprio da questa analisi dipenderà la scelta delle aziende comparabili ed ovviamente del multiplo (o del range) applicabile.

Il metodo finanziario richiede la formulazione di ipotesi in merito all’andamento dei risultati e la traduzione di tali ipotesi in proiezioni dei flussi di cassa. Richiede inoltre l’apprezzamento dal profilo di rischio dell’impresa oggetto di valutazione e la conseguente stima del costo opportunità del capitale.

Il metodo dei multipli evita tali stime e assume direttamente del mercato attraverso i multipli le attese di crescita dei risultati e l’apprezzamento del rischio.

In concreto il problema della soggettività della stima è superato solo apparentemente: la selezione del campione di società confrontabili comporta pur sempre giudizi soggettivi. Inoltre il grado di comparabilità tra le imprese è sempre limitato sia per ragioni attinenti il tipo di attività svolta sia per le dimensioni e il conseguente profilo di rischio sia infine per i differenti rapporti di leverage[3].

Non esistendo, né nella prassi né in dottrina, pareri univoci circa il calcolo della PFN e dell’ Ebitda normalizzato, per evitare il rischio di potenziali contenziosi è consigliabile esplicitare fin da subito nella contrattualistica i metodi di calcolo condivisi ai fini dell’operazione di M&A.

In conclusione, l’apparente sinteticità del metodo dei multipli nasconde in realtà una costruzione complessa e articolata[4].

[1] Fondazione OIV, PIV Principi italiani di valutazione, Egea 2015

[2] Principio I.1.1. dei PIV Principi italiani di valutazione

[3] Mario Massari, Laura Zanetti, Valutazione. Fondamenti teorici e best practice nel settore industriale e finanziario, McGraw-Hill, 2007

[4] Fondazione Nazionale Commercialisti, Il valore di un’azienda in base ai multipli, Documento del 30 Novembre 2015.

Note

[1] Il 2021 per il mercato M&A italiano è stato un anno di successi: nonostante il persistere della pandemia, l’attività transazionale è tornata a correre a livelli da record, raggiungendo il nuovo massimo storico di oltre 1.200 transazioni completate a fronte di controvalori per €100 miliardi. L’obiettivo di eguagliare nel 2022 i livelli realizzati l’anno precedente sconta le pesanti incognite che gravano su tutte le economie a causa dei prezzi dell’energia, le difficoltà di approvvigionamento delle materie prime e del conflitto russo-ucraino. KPMG, Rapporto Mergers and Acquisitions. Il mercato segna nuovi record, Anno 2021, 2022

 

[2] L’attività di M&A in Italia è sostenuta da alcuni fattori che, superando la contingenza, manterranno comunque la loro forza nel medio/lungo periodo: ristrutturazione di molte aziende in difficoltà che diventano oggetto di potenziali acquisizioni sul mercato, passaggio generazionale, internazionalizzazione, crescita dimensionale, innovazione tecnologica, open innovation per la necessità di attrarre nuove competenze.